Agosto 17, 2020

Elisa Biondani - Mérieux NutriSciences Italia

ADDITIVI ALIMENTARI E LIMITI DI LEGGE: UNA NOMEA IMMERITATA?

Facciamo chiarezza sulle dinamiche che determinano l’uso degli additivi alimentari ed i loro limiti imposti dalla legge.

Gli additivi alimentari sono sostanze, anche senza valore nutritivo, utilizzate intenzionalmente nell’industria alimentare per uno scopo tecnologico nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o stoccaggio degli alimenti. Il loro impiego è finalizzato principalmente a rendere l'alimento più colorato (coloranti), a mantenerne l'aspetto e la consistenza originari fino al momento del consumo, nonché a prolungarne la durata di conservazione (conservanti, antiossidanti). 

L’uso di un additivo, anche se non nocivo, è perciò consentito solamente se c’è un’esigenza tecnologica. In generale, più un prodotto alimentare è trasformato e più è ricco di additivi. È per questi motivi che non sono ammesse sostanze di questo genere in alimenti come pasta secca (ad esclusione di quella senza glutine), olio d’oliva e miele. 

In Europa il Regolamento (CE) n. 1333/2008, che rappresenta la norma di riferimento, indica che soltanto gli additivi alimentari inclusi nell’elenco possano essere immessi sul mercato e utilizzati negli alimenti soltanto alle condizioni d’impiego stabilite. Per ogni additivo, infatti, sono specificati la denominazione ed il codice europeo, gli alimenti ai quali può essere aggiunto, nonché le condizioni d’uso, specificando anche la quantità massima che può essere aggiunta. 

Perciò, per alcuni additivi vengono fissate concentrazioni massime di utilizzo precise (mg/l o mg/kg, a seconda dei casi).  Per altri la quantità è individuata con la dicitura “quantum satis”, cioè quanto basta, ovvero non c’è  un limite alla quantità massima utilizzabile, ma l’additivo può essere impiegato tanto quanto basta per ottenere l’effetto tecnologico desiderato nel prodotto finale.

Per essere inclusi nell’elenco menzionato, gli additivi devono sottostare ad un processo di autorizzazione disciplinato dal Regolamento (CE) n. 1331/2008, che è basato sulla valutazione scientifica del rischio da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). 

L’utilizzo di un additivo è permesso solo se soddisfa determinati requisiti: 

  • non deve presentare rischi per la salute sulla base dei dati scientifici disponibili e costantemente aggiornati, 
  • il suo impiego è motivato da necessità tecniche che altrimenti non potrebbero essere soddisfatte con altri mezzi, 
  • il suo uso non deve indurre in errore o trarre in inganno il consumatore

Inoltre, anche se autorizzati, gli additivi sono comunque sottoposti ad un riesame da parte dell’EFSA, anche per quanto riguarda le dosi ammissibili giornaliere (GDA - Guideline Daily Amount), sulla base di un programma stabilito dal Regolamento (UE) n. 257/2010 che porterà ad una nuova valutazione degli stessi entro fine anno 2020.  

A fronte di uno scenario regolatorio attento e sempre più restrittivo, è importante che l’utilizzo degli additivi alimentari nelle produzioni industriali non sia visto dal consumatore con sospetto, in quanto si tratta di sostanze normate ed oggetto di continua revisione e valutazione.

 

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