ADDITIVI ALIMENTARI: COSA SONO E QUALI SONO I POTENZIALI RISCHI PER LA SALUTE?
Gli additivi alimentari sono sostanze (con o senza valore nutritivo) aggiunte agli alimenti durante la loro fabbricazione, trasformazione, preparazione, imballaggio e trasporto. Essi svolgono numerose funzioni tecnologiche come colorare, dolcificare, esaltare il sapore, migliorare la consistenza e favorire la conservazione di diversi prodotti alimentari (Reg. CE n. 1333/2008). Possono essere di origine naturale come l’acido ascorbico e il licopene oppure di sintesi come aspartame e glutammato di sodio. Nell’Unione Europea sono identificati da un numero preceduto dalla lettera E e divisi in 8 gruppi a seconda della funzione svolta.
- E100-E199 (coloranti)
- E200-E299 (conservanti)
- E300-E399 (antiossidanti e regolatori di acidità)
- E400-E499 (addensanti, stabilizzanti e emulsionanti)
- E500-E599 (regolatori di acidità e anti agglomeranti)
- E600-E699 (esaltatori di sapidità)
- E900-E999 (vari)
- E1000-E 1999 (sostanze che non rientrano nelle classificazioni precedenti)
Un additivo per essere aggiunto ad un alimento deve soddisfare determinati requisiti di purezza fissati nel Reg. (UE) n.231/2012 e la loro presenza nell’ alimento deve essere sempre indicata in etichetta, come stabilito dal Reg. (UE) n.1169/2011.
La necessità di utilizzare o meno gli additivi alimentari in un alimento dipende da diversi fattori quali il processo produttivo utilizzato, gli ingredienti presenti nell’ alimento, l’aspetto finale desiderato, il tipo di conservazione richiesto, il conferimento di attività antimicrobica, il tipo di imballaggio utilizzato ecc. Più un alimento è trasformato (snack, salse, dolci ecc.), più è elevato il numero/quantitativo degli additivi permessi ed utilizzati. Per altri alimenti come latte, frutta e verdura fresche l’uso di additivi è limitato e per altri come pasta, olio di oliva e miele è vietato, perché il loro uso è privo di funzioni tecnologiche.
Nel corso degli anni, l’utilizzo di additivi alimentari ha apportato numerosi benefici alla filiera agroalimentare quali poter produrre, stoccare e distribuire alimenti in aree geografiche distanti tra loro per favorire la globalizzazione dei mercati, migliorare la composizione finale degli alimenti per una maggiore competitività sul mercato, migliorare il successo della produttività aziendale e soprattutto elevare il grado di sicurezza alimentare richiesto dalle autorità ufficiali a tutela della salute dei consumatori.
Tuttavia, l'uso non corretto di molti di essi potrebbe rappresentare un grave rischio per la salute. Sono state segnalate numerose allergie gravi e/o mortali ad elevati quantitativi di additivi alimentari (es. l'allergia alla betanina (E162) nelle persone allergiche alla radice della barbabietola) così come diversi casi di cancro allo stomaco causati dall’ alto contenuto di nitrati e nitriti presenti principalmente nelle carni in scatola, salumi e carni lavorate. Altri additivi considerati potenzialmente pericolosi e attualmente oggetto di studio sono il bromato di potassio, il BHA e il BHT, il gallato di propile e il diacetile ampiamente utilizzati nei prodotti da forno, nelle salse, nelle bevande, ecc. e ritenuti responsabili di disordini respiratori, cardiovascolari, endocrini e riproduttivi, ma anche di cancro.
Tutti gli additivi alimentari consentiti nell'Unione Europea (UE) sono ritenuti sicuri, ma è bene precisare che gli stessi vengono periodicamente sottoposti a valutazioni di sicurezza da parte dell’EFSA (Autorità Europea Di Sicurezza Alimentare) che sulla base di eventuali nuovi dati scientifici, ne evidenzia probabili rischi per la salute anche in base all’ evolversi delle condizioni di impiego degli stessi. Ne sono un esempio gli additivi E128 (colorante rosso 2G ritirato dal mercato nel 2007 perché cancerogeno) ed E171 (biossido di titanio che sarà bandito a decorrere dal 2022 perché genotossico) ritenuti sicuri in passato, ma pericolosi adesso.
Infine, è importante sapere che, per ogni additivo alimentare, quando possibile, è presente una dose giornaliera ammissibile (DGA) che un individuo può assumere su base quotidiana senza andare in contro ad alcun rischio e che gli studi sulla loro sicurezza così come la normativa che regolamenta il loro utilizzo sono in continua implementazione ed evoluzione.