L’INIZIATIVA ECOSCORE
La Commissione UE ha registrato una interessante iniziativa dei cittadini europei, rappresentati da Antoine Thill ed Elsa Kraemer, dal titolo EcoScore europeo (European EcoScore), presentata il 13 maggio 2021, riconoscendone la congruità rispetto agli obiettivi di tutela ambientale che sono già stati prefissati e talvolta anche attuati dall’Unione Europea.
IN COSA CONSISTE UN’INIZIATIVA DEI CITTADINI?
Rappresenta in sintesi una richiesta rivolta alla Commissione Europea di proporre nuovi atti legislativi a condizione che ottenga un milione di firme. Va detto però che, una volta registrata, spetta comunque alla Commissione decidere le ulteriori azioni da intraprendere, che non necessariamente andranno a concretizzarsi in un atto normativo.
Dunque l’iter da seguire perché un’iniziativa si traduca in normativa è piuttosto complesso, lungo, ed è comunque sottoposto alla discrezione della Commissione, che influenza sensibilmente il risultato finale.
COS’È ECOSCORE?
Ciò premesso, l'aspetto più interessante dell’iniziativa EcoScore, è prima di tutto l'obiettivo, che consiste nell’esortare la Commissione europea a imporre l'uso di un "EcoScore" affidabile, vale a dire di un'etichetta che fornisca ai consumatori europei informazioni trasparenti sull'impatto ambientale dei prodotti fabbricati o venduti sul mercato dell'Unione Europea.
Secondo i promotori dell’iniziativa, l’indicazione dello “EcoScore” dovrebbe avere carattere obbligatorio, riguardare tutti i beni di consumo, e risultare chiaramente visibile sugli imballaggi, così da fornire una semplice e chiara informazione sull’impatto ambientale, che a seconda dei casi, tramite un calcolo preciso, andrebbe a concretizzarsi in una scala di giudizi dalla lettera A (cioè "molto rispettoso dell'ambiente"), alla lettera F (cioè "molto dannoso per l'ambiente").
Di certo, diciture univoche e scientificamente fondate come quelle che sono state proposte sarebbero facilmente comprensibili per tutti i consumatori europei perchè darebbero un’idea chiara ed immediata sulla sostenibilità ambientale del prodotto. Altro punto a favore dell’iniziativa, è che si inserirebbe a pieno titolo nella strategia “Farm to Fork”, cioè del progetto comunitario sulla conversione globale, in senso ecologico, del settore agricolo e alimentare.
LE CONSEGUENZE SUL SETTORE AGROALIMENTARE
Di fronte ad un’informazione chiara, utile e ben comprensibile dalla generalità dei consumatori, la principale conseguenza virtuosa sarebbe, con ogni probabilità, quella di spingere gli operatori del settore a ridurre l’impatto ambientale dei loro prodotti: di fronte a consumatori attenti, interessati ed informati in maniera efficace e semplice, una significativa parte della concorrenza fra le aziende inizierebbe a muoversi proprio nel campo della sostenibilità ambientale, con l'obiettivo di ottenere una lettera “A” e di risultare “molto rispettosi dell’ambiente”.
Una seconda conseguenza virtuosa che scaturirebbe da un sistema di calcolo preciso della sostenibilità ambientale sarebbe inoltre la messa al bando di tutti i claims di carattere ambientale che, nei modi e con le affermazioni più varie, evocano la “Sostenibilità ambientale”, spesso genericamente e senza che si comprenda se e su quali criteri e parametri esse si fondino. Si otterrebbe cioè un notevole ridimensionamento del cosiddetto “Green washing”, ossia della tendenza a riempire le etichette di affermazioni ed altri elementi “ecologici”, cioè “verdi”, che attirano il consumatore pur essendo spesso privi di un contenuto pratico e concreto.
OSTACOLI
Le modalità pratiche per raggiungere questo risultato, sono probabilmente l’aspetto al tempo stesso più ambizioso e più complesso dell’iniziativa, dal momento che dovrebbero consistere nell’introduzione di un'etichetta uniforme, “basata su un calcolo standardizzato sull'intero territorio europeo”.
L’ostacolo più grande da superare sarà infatti proprio quello di introdurre un calcolo di sostenibilità ambientale che sia standardizzato per tutti gli Stati Membri dell'UE, perchè molto difficile da tradurre in normativa, sia nei contenuti che nelle modalità di attuazione.
Si riuscirà quindi ad ottenere un accordo fra tutti gli Stati Membri su di una tematica così complessa ed articolata, sino ad arrivare ad una proposta condivisa, basata su elementi e metodi di calcolo scientificamente validi e comprovati?
La sfida è stata lanciata, e come sempre in questi casi sarà la volontà di uniformità degli Stati Membri, oltre che la competenza tecnica e normativa degli estensori dell’eventuale futura proposta di legge, a determinare il suo successo o il suo fallimento.