Marzo 3, 2020
Italy

Marco Marangoni, Mérieux NutriSciences Italy

NUTRISCORE: L’OLIO D’OLIVA MERITA DI PIU’

L’Italia contro il metodo che penalizza l’olio d’oliva

Parliamo di Nutriscore, il sistema di classificazione grafica per gli alimenti ideato da un’università francese e già adottata da diversi Paesi europei negli ultimi anni.
Il sistema consiste in un’indicazione sull’etichetta del prodotto “ a semaforo”, ovvero una scala di lettere da A a E con corrispondenza di colori dal verde al rosso.
Il principio è quello di dare un’indicazione visiva immediata al consumatore sulle qualità nutritive dell’alimento.

 

Fin qui sembra un’ottima idea ma non a tutti: molti si sono scagliati contro il metodo perché penalizzante di molti prodotti tipici del Made in Italy,
stiamo parlando di parmigiano, prosciutto crudo di Parma ed in particolare, l’olio d’oliva.

 

Al centro della polemica lo scarso punteggio che l’olio extravergine riceve dal Nutriscore a causa del suo contenuto di grassi,
nonostante sia stata introdotta una modifica all’algoritmo per favorire gli oli vegetali (oliva, colza, e nocciola), l’extravergine si ferma alla lettera C con sfondo giallo.

 

L’algoritmo del Nutriscore tiene in considerazione i valori nutritivi dell’alimento e ne trae un bilancio: calorie, grassi saturi,
zuccheri e sodio incidono in negativo mentre fibre, proteine, frutta e verdura in positivo.
Va detto che il punteggio assegnato ad un prodotto è relativo alla categoria di alimenti a cui fa parte perciò una bevanda energetica non può essere comparata ad una confezione di pasta.

 

Ciononostante, la critica mossa è quella di porre graficamente tutti gli alimenti sullo stesso piano e quindi creare confusione nel consumatore.
Inoltre, secondo gli esperti, un’altro difetto è metodo di calcolo che si basa sui valori nutrizionali di 100 grammi di prodotto che ovviamente spesso non rispecchiano la reale quantità di consumo. Quindi per esempio 100 grammi di pizza ricevono una lettera B con sfondo verde dicendo così al consumatore che ne può mangiare in quantità.

 

L’adozione del metodo è volontario, e Paesi come Francia, Spagna, Olanda e Germania lo stanno già utilizzando.
In italia la polemica è ancora accesa e sembra portare alla sperimentazione di altri metodi alternativi..

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